“Violenza sessuale su una paziente, il pneumologo Richeldi del Gemelli chiede il patteggiamento a 10 mesi”
(Fonte Corriere della Sera su X)
In un recente sviluppo giuridico che ha suscitato notevole attenzione, la Procura di Roma ha espresso un parere favorevole alla proposta di patteggiamento presentata dalla difesa del Prof. Luca Richeldi, pneumologo dell’Ospedale Gemelli di Roma, accusato di reati sessuali. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla giustizia e sul trattamento delle vittime di violenza sessuale, sollevando questioni fondamentali sia in ambito legale che sociale.
La vicepresidente e responsabile dell’ufficio legale di Donne al Centro, avvocata Ilenia Guerrieri, ha espresso profonde preoccupazioni riguardo al modo in cui questo caso è stato gestito, mettendo in luce una tensione palpabile tra le aspettative della società civile e le pratiche giuridiche attuali. “Ciò che meraviglia del parere positivo espresso dal PM della Procura di Roma per la proposta di patteggiamento avanzata dal difensore del prof. Richeldi, è il conflitto evidente tra l’impegno della società civile a sostenere le donne affinché trovino il coraggio di denunciare e una definizione del processo cosi premiale, che non rispetta le indicazioni legislative, quale quella per esempio, della sospensione della pena ex art. 165 c5 cp, solo all’esito di percorsi riabilitativi per sexual abuser, preferibilmente svolti tra i centri CUAV in convenzione con il Tribunale di Roma. Altro elemento, che di certo non invoglia le donne a denunciare i reati sessuali, è la previsione nel patteggiamento proposto, della sospensione della pena pecuniaria e della pena accessoria ex art. 609 nonies CP,” ha dichiarato l’avvocata Guerrieri.
Le parole dell’avvocata Guerrieri riflettono una crescente preoccupazione per le implicazioni di un sistema che sembra, in alcuni casi, favorire la celerità processuale a scapito della giustizia e del sostegno alle vittime. La legge italiana prevede meccanismi come la sospensione della pena sotto specifiche condizioni, inclusi percorsi riabilitativi per gli abusatori sessuali. Tuttavia, la decisione di applicare queste misure in fase di patteggiamento senza un percorso riabilitativo completo potrebbe essere vista come un messaggio scoraggiante per le vittime che decidono di venire avanti.